



La storia Seydou Kienou, maestro del Djembè, Il messaggio oltre il suono Storia di Djembekan

-----Djembe kan di seydou kienou-----
Djembekan è il nome attribuito a un virtuoso immaginario del djembè, simbolo vivente dell’eredità dei grandi maestri della percussione dell’Africa occidentale. In lui si fondono tradizione e innovazione, passato e presente, suono e spirito. Il nome stesso, Djembekan, significa “la voce del tamburo” nelle lingue dei popoli Bobo e Bamanankan, evocando un legame profondo tra il ritmo, la comunità e la spiritualità. Radici e formazione
Djembekan nasce idealmente all’interno di una famiglia griot, custode della memoria orale e musicale dell’Africa. Cresce tra le melodie ancestrali del Burkina Faso e del Mali, immerso sin da piccolo nei canti cerimoniali, nei battiti dei doundoun, e nel suono vibrante del djembè, che diventa presto la sua voce e la sua identità.
La sua maestria non nasce solo dallo studio, ma dall’ascolto profondo della vita, delle storie tramandate attorno al fuoco, delle celebrazioni collettive. Il suo stile si affina sotto la guida di grandi maestri e attraverso l’esperienza viva della performance, dove il tamburo non è solo strumento, ma estensione del cuore. Un simbolo di comunità
Djembekan non è solo un musicista: è un ponte tra le persone. Attraverso le sue esibizioni collettive, le sue residenze artistiche e i suoi workshop, promuove l’incontro, l’accoglienza reciproca e la condivisione. Ogni battito del suo tamburo è un invito all’ascolto senza pregiudizi, alla compassione, alla solidarietà.
Nei suoi concerti, il pubblico non è mai solo spettatore, ma parte attiva di un rituale moderno: si danza, si sorride, ci si riconnette gli uni agli altri. Il ritmo diventa linguaggio universale, spazio di pace, momento di fratellanza.
Il messaggio che vibra
Come nel racconto di Seydou Kienou, in cui il djembè diventa salvezza, voce e strada per la rinascita, anche Djembekan incarna il potere trasformativo della musica. È il tramite attraverso cui si esprimono generosità, gratitudine e umanità.
Il suo messaggio va oltre il suono. Il tamburo che suona è un richiamo alla memoria, un aggregatore di popoli, uno strumento di pace. Le vibrazioni del djembè, come quelle del cuore, non conoscono confini. Uniscono. Nutrono. Curano